Il Concetto di Sé: Atman nel Kriya Yoga e nell’Induismo vs. Anatman nel BuddismoNell’Induismo e nel Kriya Yoga di Babaji, si accetta generalmente l’esistenza di un Sé (Atman) come essenza eterna e immutabile dell’individuo. Sebbene il Kriya Yoga enfatizzi la necessità di trascendere l’ego, la falsa identificazione con il corpo e la mente, per realizzare la vera natura del Sé, la comprensione del Sé come qualcosa di intrinsecamente esistente e permanente rimane un tratto distintivo di queste tradizioni.Al contrario, il Buddismo si basa sulla dottrina dell’Anatman (non-sé), che nega l’esistenza di un’essenza permanente e immutabile in qualsiasi fenomeno, inclusa l’anima individuale. Il Buddismo insegna che l’idea di un sé permanente è un’illusione che porta alla sofferenza. Questa negazione di un sé sostanziale e permanente è una delle dottrine più radicali e distintive del Buddismo, che lo differenzia nettamente dall’Induismo.Tuttavia, nel contesto del Kriya Yoga di Babaji, specialmente per quanto riguarda l’enfasi sulla necessità di trascendere l’ego e realizzare la propria natura come pura coscienza, potrebbe esserci un potenziale per un’interpretazione sfumata che si avvicina alla comprensione buddista dell’impermanenza dell’ego e alla natura costantemente mutevole dell’esperienza. Sebbene il Kriya Yoga non adotti esplicitamente la dottrina dell’Anatman, la sua enfasi sulla dissoluzione dell’ego e sulla realizzazione di una coscienza trascendente potrebbe essere vista come un ponte verso la prospettiva buddista.La Realtà Ultima: Brahman nel Kriya Yoga e nell’Induismo vs. Śūnyatā/Nirvana nel BuddismoL’Induismo e il Kriya Yoga di Babaji generalmente postulano Brahman come la realtà ultima, assoluta, onnipresente e trascendente. Il Buddismo, al contrario, descrive la realtà ultima come Śūnyatā (vuoto), la mancanza di esistenza intrinseca e indipendente, e il Nirvana come lo stato di liberazione dalla sofferenza. Tuttavia, l’enfasi del Kriya Yoga sulla trascendenza dell’ego e sulla realizzazione della propria natura come coscienza pura, unita alla sua natura non settaria, potrebbe suggerire una maggiore affinità con il concetto buddista di “vuoto” dell’ego.Etica e Moralità: Principi nel Kriya Yoga e nell’Induismo rispetto al BuddismoSia il Kriya Yoga che l’Induismo e il Buddismo sottolineano l’importanza di principi etici come base per la pratica spirituale. Il Kriya Yoga, come parte della tradizione Yoga, aderisce ai principi di Yama e Niyama delineati negli Yoga Sutra, che includono la non violenza (ahimsa), la veridicità (satya), l’astensione dal furto (asteya), la continenza (brahmacharya) e il non attaccamento (aparigraha), insieme a purezza (saucha), contentezza (santosha), autodisciplina (tapas), studio del sé (svadhyaya) e abbandono al Divino (ishvarapranidhana). Il Buddismo, a sua volta, ha i suoi precetti etici, come i Cinque Precetti (non uccidere, non rubare, astenersi da cattiva condotta sessuale, non mentire, non usare intossicanti) e l’Ottuplice Sentiero, che include Retta Parola, Retta Azione e Retta Sussistenza. Sebbene i principi etici fondamentali siano simili, la loro enfasi e la loro base filosofica potrebbero differire leggermente tra le tradizioni.Tecniche di Meditazione: Kriya Yoga e Meditazione BuddistaSia il Kriya Yoga che il Buddismo pongono una forte enfasi sulla meditazione come pratica centrale per la crescita spirituale. Il Kriya Yoga utilizza specifiche tecniche di respirazione (pranayama), mantra e mudra per dirigere l’energia lungo la colonna vertebrale e nei centri energetici (chakra). La meditazione buddista comprende un’ampia varietà di tecniche, tra cui la meditazione di consapevolezza (Vipassana), la meditazione di calma (Samatha) e la meditazione camminata, spesso focalizzate sull’osservazione del respiro, delle sensazioni e dei pensieri senza giudizio. Sebbene entrambe le tradizioni utilizzino la consapevolezza del respiro, il Kriya Yoga tende ad essere più prescrittivo con specifiche tecniche, mentre la meditazione buddista spesso enfatizza un’osservazione più aperta e non giudicante dell’esperienza.Il Concetto di Sé: Atman nel Kriya Yoga vs. Anatman nel BuddismoCome discusso in precedenza, il Kriya Yoga di Babaji, in linea con le tradizioni indù, generalmente sostiene l’esistenza di un Sé (Atman). In contrasto, il Buddismo adotta la dottrina dell’Anatman (non-sé). Questa differenza fondamentale nel concetto di sé è una distinzione cruciale tra le due tradizioni. Mentre il Kriya Yoga cerca la realizzazione del Sé eterno, il Buddismo cerca la liberazione dalla sofferenza attraverso la comprensione che non esiste un sé permanente a cui aggrapparsi. Tuttavia, alcuni praticanti e studiosi hanno notato potenziali sovrapposizioni o interpretazioni che potrebbero avvicinare le due prospettive, specialmente per quanto riguarda la trascendenza dell’ego e la realizzazione della coscienza pura.Enfasi sull’Esperienza rispetto al DogmaIl Kriya Yoga di Babaji, come spesso presentato, pone una forte enfasi sull’esperienza diretta e personale della realtà spirituale piuttosto che sull’adesione cieca a dogmi o credenze. Questo approccio è simile all’enfasi del Buddismo sull’intuizione e sulla realizzazione personale attraverso la pratica meditativa. Entrambe le tradizioni incoraggiano i praticanti a verificare la verità attraverso la propria esperienza interiore, distinguendosi da approcci che si basano principalmente sull’autorità delle scritture o delle istituzioni religiose.
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